La cucina in una città si lega a filo doppio ai suoi abitanti, alle sue feste, alle radici stesse del passato e del tempo.. anche Brescia così vive dei suoi piatti, delle abitudini contadine e dell’ingegno arguto che ha trasformato nel tempo i prodotti umili e bruti della terra in raffinate specialità: semplici ma grandi opere d’arte. Un importante e avito biglietto da visita per la nostra città sono i raffinati vini e i semplici accostamenti, la saggezza contadina e lo spirito semplice dei suoi cuochi e delle sue massaie, la perizia, la cura, l’amore per la tradizione.
Prima delle macchine e dei treni, prima dei giganti di ferro e dei tempi sempre troppo stretti, all’epoca in cui non si era ancora imposto il meccanismo della grande distribuzione la nostra cucina era necessariamente influenzata dall’opera dei campi, dai sudati frutti di una terra buona e antica.
Per chi non conosca, poi, la nostra provincia, è bene far presente quale grande patrimonio si celi fra le sue valli e i suoi corsi d’acqua, sui laghi che hanno conosciuto gli scafi delle galere romane, i suoi antichi comuni, sempre fieri e orgogliosi, luoghi fatti di monti aguzzi e molli declivi, di paesaggi dimenticati e santuari di una memoria che non può né deve essere celata. Cosa meglio allora che ritrovare gli odori di una volta, la materialità dei tegami di rame sul fuoco caldo, il sapore della cacciagione cosparsa degli aromi come li conosce la moglie di un vecchio cacciatore.